Gli ambi di don Pasquale

Napoli è la città della miseria e della nobiltà,
dove tutti si danno un gran da fare:
i poveri vogliono ricchi diventare
i ricchi dilapidano con gran celerità.

Il gioco al lotto è un sistema studiato
da una mente scaltra e sopraffina,
che spesso riduce alla rovina
chi su ambi e su terni avea puntato.

Solo un personaggio sembrava illuminato,
ch’era l’autore di una sua invenzione
per vincere. Era don Pasquale o’ barone
che viveva a Foria in uno scantinato.

Si diceva che lui avesse trovato,
dopo anni di studio e osservazioni
un sistema infallibile e mirato
che avrebbe fatto vincere milioni.

La sua teoria partiva dal sicuro:
“ogni essere umano nella mente
ha una stanzetta dove inconsciamente
tiene il passato. Il presente ed il futuro.

Quando si sogna e dorme la ragione,
la porta della stanza si spalanca,
tutto è confuso in una luce bianca
e il sogno che ne esce è un minestrone.”

Sosteneva che ci son delle persone,
se li segui nei discorsi che ti fanno,
danno lo spunto su cose che verranno,
anche da svegli senza coercizione.

Il problema è trovar questa gente,
e don Pasquale s’era scervellato:
nei discorsi politici, avea trovato,
chi prediceva molto di sovente.

Uno di questi, non sto adire il nome,
con aria trascendente un po’ idiota,
in maggioranza o all’opposizione,
dava numeri certi con la ruota.

La voce circolò fra i conoscenti;
ci fu una vera corsa alla tivù,
le vincite divenner consistenti
e a guardar i tg non ci si scollò più.

La politica di alcuni inconcludenti
spesso da numeri in maniera certa
ed anch’oggi ci sono elementi,
che svegli, han quella stanza sempre aperta.

Non sanno che in ascolto c’è qualcuno,
che con carta e matita ci sa fare;
smorfia e gioca nel modo più opportuno:
è la politica che lo fa campare.

Don Pasquale è un personaggio di fantasia; gli altri personaggi sono reali.
Per quanto riguarda il sistema…provateci.

    Italo Rappazzo