La nostra Odissea

1940-1944

Questa raccolta di poesie è formata da una serie di ricordi non tanto lieti, che si riferiscono all’ultimo conflitto che insanguinò l’Italia.

All’inizio della guerra la mia famiglia si trovava a Cagliari, dove mio padre insegnava all’Istituto tecnico industriale. La mia famiglia era composta da mio padre Giovanni, da mia madre Giacomina Muscarà, dalle mie sorelle Rina ed Anna e da mio fratello Primo che, nel ‘41, era stato richiamato sotto le armi. Io, Italo ero il più piccolo essendo nato nel mese di luglio del 1937.

A seguito dell’evolversi del conflitto, i miei genitori decisero di lasciare Cagliari, che era oggetto di continui bombardamenti e di raggiungere Seui, un piccolo paese in provincia di Nuoro. Restammo a Seui dal marzo del ’43 fino al mese di giugno del ‘43. Quando anche per le insistenze di mia madre, e per il temuto sbarco degli alleati in Sardegna, la mia famiglia decise di raggiungere la Sicilia. Da questo momento inizia il nostro viaggio in un’Italia sconvolta dalla guerra.

Dalla Sardegna raggiungemmo Pisa in aereo e quindi Roma , dove restammo, alloggiati nella scuola Guglielmotti, fino a qualche giorno dopo il bombardamento del quartiere di S.Lorenzo.

La terza tappa, giudicando mio padre lo stare nella capitale poco sicuro, fu Venezia, che ci ospitò, all’albergo Unione in lista di Spagna, fin dopo l’armistizio dell’otto settembre del ‘43.

La quarta tappa fu Firenze , raggiunta nell’autunno del ‘43. E in quella città, ospiti della gentilissima famiglia Cantini, aspettammo il passaggio del fronte, assistendo a quella che fu l’occupazione nazista e la lotta partigiana per la liberazione della città. Firenze venne liberata nell’agosto del ‘44.

La quinta e ultima tappa, in camion da Castel Fiorentino a Salerno e da Salerno a Reggio Calabria su un vagone merci. Attraversammo lo stretto da Reggio a Messina su un mezzo da sbarco della marina alleata. Raggiungemmo l’agognata e martoriata città di Messina, accolti dai parenti messinesi, che ci credevano morti, ai primi di settembre del ‘44.

In questa vicenda, anche se non sempre compare in maniera diretta, mio padre Giovanni è il novello Ulisse che tenta di raggiungere col suo equipaggio l’isola natia.